La sera di capodanno io, invece, ero a Bologna.
Per tutta via dell’Indipendenza c’erano gruppi di ragazzi bianchi, occidentali (presumibilmente quindi cristiani) che, ubriachi, molestavano di continuo le passanti. E non solo molestavano ragazze che, in solitaria, attraversavano la città sulla via del ritorno coi loro commenti inopportuni, fischi, baci non richiesti e versi di apprezzamento vario, ma anche ragazze a loro volta in gruppo. Si silenziavano solo nel caso in cui le ragazze in questione fossero scortate da altri amici uomini o dai rispettivi fidanzati.
Mi sono sentita a disagio e ho pensato che se fossi stata sola a dover tornare a casa avrei avuto paura davanti alle libertà e alla confidenza che questi giovani si stavano prendendo. E no, non erano stranieri, la loro pelle era chiara come la mia, parlavano tutti italiano e occhio e croce, a loro volta potevano essere studenti.
A Colonia è andata peggio (per quanto non ami fare hit parade tra chi è stata importunata) anche se la base su cui il germe del sessismo germoglia rimane la medesima. Il Corriere scrive che si è trattato di “Un migliaio di uomini, tra i 15 e i 35 anni, dall’aspetto originario di regioni arabe o nordafricane, secondo i filmati e alcune testimonianze oculari, si è radunato nella piazza della stazione centrale per poi frantumarsi in più gruppi che hanno circondato, molestato e derubato diverse donne. Un’ottantina di persone si è rivolta alla polizia mentre sono state sporte 60 denunce per molestie sessuali. Il The Post Internazionale scrive invece: “Secondo quanto riportato dalle autorità, nell’incidente sarebbero coinvolti un numero di uomini compreso tra diverse decine e il migliaio”.
Stando alle denunce sporte dalle donne, questo gruppo di uomini le avrebbe molestate, palpeggiate e derubate di alcuni oggetti personali, come il cellulare o il portafoglio.
Una donna ha sporto anche una denuncia per stupro. Gli uomini sarebbero stati di aspetto arabo o nordafricano e avrebbero agito in gruppo, secondo le ricostruzioni emerse durante le denunce. Molti di loro, inoltre, sarebbero stati ubriachi. A prescindere dalle informazioni discordanti, dal numero di molestatori e\o stupratori, le testimonianze dell’accaduto rimangono drammatiche e certamente allarmanti.
Il sindaco della città, Henriette Reker, ha commentato l’accaduto dicendo che “Certe cose non devono accadere” e poi si è premurata di dire che tutte dovrebbero premunirsi del “codice di comportamento al quale le donne si devono attenere”, scaricabile da internet, in cui si suggerisce alle donne di girare al largo dai soggetti che hanno un “aspetto straniero”.
Matteo Salvini, meanwhile, cavalca l’onda scrivendo: “Aggressioni a Colonia, denunce anche da altre città. La Slovacchia: Non accoglieremo più profughi musulmani. Ma in Italia RENZI accoglie: questo è PERICOLOSO!”. Qualche altro genio suo follower, analizzando la questione con una lucidità evidente, digita: “Anche le aggressioni verso le ragazze tedesche vanno considerate un attacco terroristico, non abbassiamo la guardia siamo alla frutta! Cacciarli via tutti senza se nè ma!”.
Ancora una volta sembra vincere una retorica non solo destrorsa ma femonazionalista che assume cioè le lotte delle donne, contro la discriminazione e contro ogni tipo di violenza, strumentalizzandole per i propri scopi, in questo caso una bella campagna elettorale anti-migranti.
Lo stupro, in una società non civile ma umana, non dovrebbe esistere. Non è difficile. Contro la volontà del partner non ci fai sesso, non abusi di un altro corpo, non ti devi permettere. Punto. E non ci sono scuse o escamotages che reggano. La molestia ad ampio spettro ugualmente, non dovrebbe presentarsi. Ma siamo buonisti e utopisti, noi.
Mi piacerebbe però sapere da tutti gli italioti che stanno dando il peggio di loro in queste ore sul web: dov’erano quando era importante difendere, ad esempio, La Ragazza Della Fortezza, giovane di Firenze, violentata da sei ragazzi, ancora una volta bianchi, italiani, contro cui le accuse son cadute visto che tanto “la ragazza era bisessuale e quindi moralmente e sessualmente ambigua”?.
Prima di accusare dove siano le femministe in questa drammatica vicenda (e ci sono, sono qui, ciao) domandiamoci come abbiamo vissuto tutti gli altri casi di sturpo avvenuti nel “nostro” paese solo durante l’anno 2015.
Non si può pensare di risolvere un problema sociale di questo tipo chiudendo in casa le donne, permettendo loro di uscire solo durante le ore del giorno e\o accompagnate da qualche altra persona, per sicurezza; abbassare l’orlo delle gonne così da non indurre nessuno in eventuale tentazione; dare il via ad un sistema securitario in cui si arresta ma non si previene nessun comportamento sessista; prendendosela con tutti i migranti, a tappeto, che “tanto son arabi e non c’è dialogo, dobbiam difendere le nostre donne”.
Punto il dito contro lo strupratore, contro il molestatore, non contro la sua religione o la sua cultura d’origine. Punto il dito contro una cultura dello stupro, cultura che è molto più internazionale di quanto si creda, che non guarda alla consensualità, ma all’oggettificazione, alla delegittimizzazione, contro una cultura della violenza sulle donne in tutti i suoi molteplici aspetti.
Punto il dito contro una società e una cultura occidentale e neoliberista che non è assolutamente meno patriarcale e sessista di altre ma che soltanto maschera meglio, con il proprio capitale, la propria profonda misoginia, contro una cultura che educa tutti ma anche tutte a perpetuare modelli violenti e sessisti e non fa niente per cambiare. Questa retorica non mi appartiene.
Vi rivelerò un segreto: si può stare dalla parte delle donne violentate, molestate, picchiate anche senza essere razzisti.
(Lo stesso contributo è stato pubblicato anche su:
http://www.communianet.org/gender/prima-e-dopo-colonia-nein-ist-nein )