Le Lucciole
Collettivo femminista e lgbitq
Lucciole con CFQ – Collettive Femministe Queer @Milano Pride 2016
Categories: English, Eventi, General
Contro Natura Senza Paura

Contro Natura Senza Paura

NE NORMALI NÉ SFRUTTATE!
COLLETTIVE FEMMINISTE QUEER AL PRIDE DI MILANO 2016

Il nostro percorso di rete è partito poco più di un anno fa con “No Expo Pride” (20 giugno 2015) e sta continuando con numerose iniziative (manifestazioni, feste, incontri pubblici).
Siamo qui per presentarci e per invitarti a partecipare.

La nostra visione politica va al di là della rivendicazione di singoli diritti civili: coltiviamo il progetto di superare il capitalismo nella sua forma di società basata sullo sfruttamento – dell’essere umano su altri esseri umani, dell’essere umano su altri esseri animali – e sul profitto che ne deriva; portiamo questa visione anche nel dibattito su pratiche molto discusse: tra queste, la “gestazione per altri” che, come in molti casi nella società del capitale, si trasforma spesso in sfruttamento (del proprio corpo o del corpo altrui, a seconda del verso in cui la si guarda) e crediamo sia un tema sul quale dover riflettere insieme mettendo a disposizione le diverse visioni e opinioni.

Siamo sces* in piazza in diverse occasioni durante le settimane in cui il ddl Cirinnà era in discussione in Senato, e ora come allora ribadiamo forte e chiaro che non ringraziamo nessun* per quella legge, una scatola vuota che arriva in ritardo, che esclude completamente la tutela dei bambini e delle bambine di coppie omogenitoriali e che evidenzia ulteriormente la differenza tra una popolazione di serie a e una di serie b. Lavoriamo da oltre un anno alla saldatura fra lotta femminista e lotta LGBTIQ come primo esempio concreto di intersezione delle lotte e dei diversi soggetti oppressi; portiamo le nostre pratiche e le nostre rivendicazioni nel lavoro, nel sistema educativo, nei rapporti familiari: ovunque esse possano diventare una leva per la costruzione di una società solidale ed egualitaria, nella piena libertà di autodeterminazione dei e sui nostri corpi e sulle nostre vite.

Rifiutiamo l’ingerenza e la legittimità di qualsivoglia sistema di potere basato su un “Dio”, su una “Patria” o sulla difesa di una presunta “civiltà occidentale”, in particolare nelle sue forme di omonazionalismo e di difesa strumentale dei diritti civili a copertura di politiche anti-sociali, militariste e predatorie (pinkwashing). Ci impegniamo e impegneremo di più nella costruzione di solidarietà attiva con i migranti e i profughi, rifiutando qualsiasi uso delle nostre identità per la costruzione di narrazioni razziste, islamofobe ed escludenti. L’integralismo religioso, il neofascismo e il populismo sono facce della stessa medaglia e vengono sostenuti da interessi politici ed economici.

Contestiamo il modello della famiglia “naturale” o “tradizionale” ovunque esso significhi sfruttamento patriarcale della donna e difesa incondizionata della proprietà privata. Rifiutiamo la riduzione della donna ai soli ruoli di madre o di balia. Rivendichiamo rapporti affettivi basati sulla franchezza e sull’apertura, non sul possesso e sull’esclusività: gruppi e coppie aperte o meno, qualsiasi sia l’orientamento sessuale di chi li compone, sono perfettamente in grado di educare le bambine e i bambini in un clima di rispetto e dialogo. Abbiamo sostenuto e sosterremo la battaglia dei diritti civili (matrimonio e adozioni in primis) ma la nostra visione politica a lungo termine punta al superamento della prigione familista in cui parte del movimento si è auto-confinato finendo per aspirare al modello che per secoli ci ha oppresse e discriminate. Siamo froce, siamo femministe, siamo queer e vogliamo essere molto di più che non la brutta copia della famiglia tradizionale basata sul lavoro riproduttivo femminile e sulla difesa incondizionata del privilegio di classe.

Contrastiamo le forme di monetizzazione e marketing dei diritti e delle identità e, perché nessuno ci dica cosa e come dobbiamo desiderare, creiamo situazioni gratuite (senza lo sbarramento classista del costo d’ingresso), dove cresca la consapevolezza politica e la scoperta di sé tramite l’incontro, la discussione, le azioni nello spazio pubblico e le occasioni di festa e di liberazione del desiderio. Abitiamo le nostre contraddizioni e ne facciamo forme di resistenza. Una resistenza frocia e indecorosa.

Puoi tenerti aggiornata/o sulle attività della rete e delle singole collettive attraverso la nostra pagina FB “Collettive femministe queer”

English Version Below

NOT NORMAL NOR EXPLOITED

FEMINIST AND QUEER COLLECTIVES AT MILANO PRIDE 2016

Our network has started to work about one year ago with “No Expo Pride” (June 20th, 2015) and since that moment we have continuously proposed numerous initiatives (demonstrations, parties, public meetings).

We are here, now, to invite you partecipating.
Our political point of view goes beyond the mere demand of single civil rights: we nurture the project of overtaking capitalism and its society based on exploitation – of the humanbeing on other humanbeings, of the humanbeing on other living creatures – and on its consequential profits; we carry this point of view also in the debate about very discussed practises such as the gestational surrogagy, that in many cases, inside capitalist society, becomes exploiting (of one’s own body, of another body, depending on the side one looks) and we trust it is a topic on which we should think about, together, making available our different positions and opinions.

We crossed squares in different occasions and we cross them also during the weeks in which the Cirinnà law was on discussion at the Senate; now and then we restate, clearly and loudly, that we are not thankful for that law. It is an empty late delivered box, that excludes completely the legal protection of children, sons and daughters of homparental couples, that underlines the differences between first class citizens and second ones.

Since an year, we are working, for connecting feminist struggles with LGBIT fights, creating a concrete example of intersectionality among different struggles and among different oppressed subjects;
we are bearing our practices and our demands also in our jobplaces, in the educative system, in our familiar relationships: everywhere, in any place in which these could become a stimulus for the construction of a more solidal, civil and egalitarian society, for a full condition of freedom and self-determination of our bodies and of our lives.

We refuse the interference and the legitimacy of every system of power based on a “God”, on a “Homeland” or on a surmise “Western Civilization”; in particular we refuse this system in its forms of homonationalism and of deceptive defense of civil rights as a cover-up of anti-social, militarist, predatory policies, exactly like pinkwashing.
We work hard and we will too for the costruction of active solidarities with migrants and refugees, refusing every use of their identities for the creation of toxic, racist, excluding and islamophobe narrations.
Religious integralism, neofascism and populism are different faces of the same coin an are supported by the same economical and political interests.

We criticize the model of the “natural and traditional” family, in every context in which it is connected with the exploitation of the women and with the inconditionate defense of the private property.
We reject the reduction of the woman to the roles of mother and nanny. We demand affective relationships based on frankness and opening, not on the ownership, not on the exclusivity: groups, open pairs or not, of any sexual orientation, are perfectly able to educate children in a mood of dialogue and respect.

We have supported and we will support the struggle of civil rights ( marriages and adoptions in primis) but our long period political goal points to pass the familistic jail in which part of the moment has self-detained, ending in striving for the same model that for centuries has oppressed and discriminated them too.
We are poofter, faggots, feminists and queer and we want to be more that a draft of the traditional family based on reproductive feminine work and on the unconditional defense of the class priviledge.
We contrast the form of monetisation and marketing of rights, identities. Nobody can say us what we have to desire, how we have to desire; we create free situations ( without the classist barrier of the entry cost), in which grows the political awareness and the discovery of the self through out meetings, encounters, discussions, actions in the public space, party and liberation occasions.
We live our contraddictions and we make them form of resistance. A faggot and unseemly resistance.
You can keep in touch with us / informed about the activity of this network and its members on our Facebook page “Collettive femministe queer”.

13442227_869253466514218_573972751771577105_n

Comments are closed.